le origini

da residenza rurale a strutture di rappresentanza anche destinate ai piaceri fisici e intellettuali

l'evoluzione

centro di organizzazione agricola e luogo di svago... ville monumentali ... ville come complessi agricoli ...

la diffusione

prima come presidio del territorio, poi indice di benessere, ora necessità di recuperare il rapporto uomo-natura

le forme

variate nel corso dei secoli con gli stili architettonici, ridefiniti dai materiali locali e dalle disponibilità economiche

la struttura

torre, corte, in semplicità senza sfarzo, oppure scalinate, esedre, ampi volumi, comunque logge aperte sulla natura

elementi decorativi

fontane, fregi, capitelli, lanterne, stucchi, affreschi, balaustre, serrature, banderuole, mensole, ed altro ancora ...

L’unità, aspetto essenziale nell’architettura rurale, si ritrova attraverso l’uso del colore, del materiale e soprattutto per una particolare disposizione dei volumi minori rispetto a quello principale.
La struttura diviene un fatto espressivo anche attraverso il materiale costruttivo più usato, il tufo, pietra calcarea locale, scavato e intagliato in cava secondo blocchi parallelepipedi di dimensioni pressoché unificate.
La funzione è semplice qualificazione dello spazio interno: forme parallelepipede senza differenziazioni esterne, distribuite in uno schema planimetrico quadrangolare spesso a due piani.
Attorno alla dimora il più ampio spazio “la mezzana” è riservato al pascolo dei bovini e degli equini.
L’area immediatamente circostante la masseria, recinta di muri a secco è detta “campana” ed è destinata al pascolo di puledri e di vitelli.
Antistante alla casa vi è “l’aia” quadrangolare e lastricata per battervi il grano e a fianco la cisterna grande e le vasche rettangolari scavate nei blocchi di pietra per l’abbeveratura del bestiame.
La “corte” era chiamata tale perché identificava uno spazio chiuso attorno al castello o all’edificio padronale, centro dell’amministrazione di un possedimento fondiario.
La partitura degli spazi, espressa dalle diverse funzionalità e dalla modulazione contenuta anche negli ambienti, viene sottolineata da un elemento architettonico come il pozzo, spesso al centro della corte interna, quasi sempre lastricata con “chianche”.
Vi è anche l’orto domestico, un fazzoletto di terra coltivata adiacente all’abitazione perché la massaia possa accedervi con facilità senza ricorrere al distante podere e ove sia possibile l’irrigazione frequente. Esso è quasi sempre recintato per proteggerlo dalle devastazioni e dal” razzolare delle galline”. Oggi l’orto, e ancora più l’aia, rappresentano uno spazio adibito a verde privato il primo, attrezzato il secondo.
L’edilizia rurale è quindi, una interpretazione del paesaggio agrario, una espressione culturale del territorio; nonché l’espressione funzionale dell’attività agricola e sociale.
La masseria pugliese, di notevole interesse architettonico per il suo lessico artigianale, non è solo un’abitazione, ma coordina in un’unità più complessa la residenza, il lavoro e la vita associata.
La masseria, nata come cellula autonoma di un ristretto tessuto produttivo, assume una precisa caratterizzazione in rapporto alla morfologia del territorio agrario, in base al cambiamento sociale e alla trasformazione del paesaggio.

Elementi tipologici
Le masserie generalmente presentano fabbricato ampi, composti da vari ambienti, spesso su due piani. Generalmente al piano terra si trovano gli ambienti destinati alla produzione, ovvero stalle e servizi generali, e al piano superiore gli ambienti utilizzati per residenza.
In linea generale le masserie presentano i seguenti elementi tipologici:
a) Corte
La corte o cortile, è lo spazio scoperto, presente soprattutto nei complessi rurali di una certa dimensione.
La corte riflette l’ economia latifondista assolvendo spesso a finalità diverse, come la difesa del brigantaggio o il controllo da parte del massaro di tutti i settori operativi dell’ azienda.
Nelle zone in cui prevale la destinazione cerealico-pastorale (come nelle Masserie del Materano) la corte diviene il centro di smistamento delle attività lavorative ed è quindi circondata su due o tre lati da edifici aventi destinazione produttiva e residenziale.
Nelle Masserie-Palazzo la corte invece è piccola ed è completamente circondata da edifici a due piani e dà accesso ed illuminazione ai locali al piano terra che generalmente non hanno aperture all’ esterno, per motivi di sicurezza.
Nelle masserie-villaggio del Metapontino, infine, la corte assume ampia conformazione e ruolo di vera e propria piazza interna.
b) Alloggio padronale
L’alloggio padronale è generalmente situato nel piano superiore del corpo principale, a cui si accede mediante ampie scale che si dipartono dell’ androne di ingresso della corte.
c) Alloggio del massaro e dei salariati.
Gli ambienti dedicati al riposo del massaro e dei braccianti sono al piano terra a diretto contatto con gli spazi produttivi. Nelle masserie più complesse l’alloggio del massaro acquista una sua specificità e si colloca al primo piano, spesso in posizione strategica di controllo del portone di accesso.
d) Ambienti di lavoro
Si tratta di una serie di vani dislocati intorno alla corte adibiti a stalla, rimessa di carri agricoli, ambienti per lavorazione e conservazione di vino, latte, olio e a volte anche di un vano per il maniscalco.
e) Cappella
Quasi sempre presente nelle masserie è ovviamente destinata alle celebrazioni sacre. Si può trovare una Cappella interna posta nel piano residenziale o al piano terra con ingresso dell’ androne, al locale ricavato tra gli ambienti del piano terra con accesso esterno evidenziato da una croce, fino alla vera e propria chiesa avente volumetria ed impostazione architettonica pregiata, spesso coperta da cupola o affiancata da un evidente campanile.
f) Fortificazioni
E’ l’ elemento preminente e qualificante delle architetture rurali in esame. La torre è l’elemento più importante della struttura difensiva delle masserie. Invece le garitte e le torrette casamattate di forma quadrata o circolare poggiate su mensoloni di pietra e collocate agli angoli permettevano il controllo delle zone morte dell’ edificio.
g) Jazzi
Struttura rurale posta ad una certa distanza dalla masseria era destinata all’ allevamento del bestiame ovino.