le origini

da residenza rurale a strutture di rappresentanza anche destinate ai piaceri fisici e intellettuali

l'evoluzione

centro di organizzazione agricola e luogo di svago... ville monumentali ... ville come complessi agricoli ...

la diffusione

prima come presidio del territorio, poi indice di benessere, ora necessità di recuperare il rapporto uomo-natura

le forme

variate nel corso dei secoli con gli stili architettonici, ridefiniti dai materiali locali e dalle disponibilità economiche

la struttura

torre, corte, in semplicità senza sfarzo, oppure scalinate, esedre, ampi volumi, comunque logge aperte sulla natura

elementi decorativi

fontane, fregi, capitelli, lanterne, stucchi, affreschi, balaustre, serrature, banderuole, mensole, ed altro ancora ...

l’evoluzione

La colonizzazione della campagna ha inizio durante l’alto medioevo, in coincidenza con lo svuotamento del ruolo propulsivo delle città, con l’impoverimento dei traffici e dei commerci, con la nascita e lo sviluppo del feudalesimo. L’architetto Renato Stopani, in un articolo del 1979, parla di tre generazioni di case coloniche indicando tre periodi storici relativi alle fasi fondamentali di sviluppo di questa tipologia abitativa:

“Risale al tre-quattrocento la formazione di una prima “generazione” di edifici rurali “su podere”, i cui caratteri erano improntati ad una estrema semplicità. Si trattava di espressioni di architettura primitiva, realizzate dallo stesso contadino secondo tipologie che riflettevano modelli antichissimi. Le prime “case da lavoratore” non di rado erano infatti in legname e materiale vegetale (ne esistevano ancora nel settecento), oppure erano case di terra costruite con argilla gettata entro armature fatte con tavole di legno fissate a pali piantati nel terreno.

Una seconda generazione di case coloniche, a partire dal XVI è rappresentata da manufatti realizzati da artigiani specializzati (maestri muratori) che, seguendo tradizionali tecniche costruttive, espressero solide costruzioni in muratura le quali andarono a costituire una duratura dotazione del podere aumentandone il valore. Nella maggior parte dei casi i “casali” furono edificati prendendo ispirazione dalle medievali “case da padrone” declassate: nacquero pertanto edifici di forma turrita ma con modesta elevazione, oppure semplici costruzioni a pianta quadrangolare addossate ad un corpo di fabbrica a forma di torre.
A partire dalla seconda metà del settecento, sull’onda delle riforme leopoldine, la cultura architettonica fece ingresso nell’edilizia rurale. Ebbe così origine un nuovo tipo di casa colonica (terza generazione), frutto di progettazione una architettonica mai utilizzata in precedenza. Il nuovo modello di casa colonica si affermerà soprattutto nel secolo successivo (l’ottocento) determinando, con l’effettivo miglioramento dei fabbricati rurali, la diffusione delle costruzioni “progettate”